Dalle nuove regole dell’Eba sul default rischio di shock settico per le pmi italiane

Dalle nuove regole dell'Eba sul default rischio di shock settico per le pmi italianePubblicato su: MF

Non abbiamo ancora finito di complimentarci con l’Abi (Associazione Bancaria Italiana) per aver prima ideato e poi convinto la Commissione Europea a mantenere e ampliare lo Sme Supporting Factor, che una nuova minaccia si va addensando sulla testa delle piccole e medie imprese italiane.

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E’ meglio per tutti non costringere le banche a disfarsi di titoli di Stato per centinaia di mld

E' meglio per tutti non costringere le banche a disfarsi di titoli di Stato per centinaia di mldPubblicato su: MF

Già da qualche tempo i titoli di Stato inviano di nuovo segni di grande nervosismo: i rendimenti evidenziano oscillazioni sempre più ampie e improvvise, gli spread sono tornati sotto pressione. Tuttavia, ciò che dovrebbe preoccupare davvero è che queste turbolenze sui titoli pubblici si stanno mischiando alle crescenti tensioni riscontrabili nei principali sistemi bancari europei, generando così una miscela…

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Deutsche Bank, la possibile onda anomala può minacciare le pmi italiane

Deutsche Bank, la possibile onda anomala può minacciare le pmi italianePubblicato su: MF

All’inizio del 2014 evidenziai in queste stesse pagine, prendendo spunto dalla medicina, come Deutsche Bank soffrisse di una sorta di “sindrome metabolica bancaria” dovuta alla concomitante presenza di numerosi fattori di rischio (vedi MF 7 gennaio 2014 pag. 14 “il check up della Bce rivelerà che le banche tedesche hanno pressione e colesterolo alti“). E ricordo anche che, in quell’occasione, alcuni…

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Credito deteriorato, una vischiosa ragnatela

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Negli anni il rapporto banca-impresa ha subito un’evoluzione quasi darwiniana. Il primo stadio di tale processo può essere definito, in senso buono, quello del credito di vicinanza. In questa fase (ante anni ’90) bilanci e conti aziendali entrano ovviamente nell’analisi del merito creditizio, ma molto dipende dalla conoscenza diretta del cliente, dalla sua reputazione, dai rumor di piazza.

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Sme Supporting Factor. Formula strana, ma lì l’Italia si gioca buona parte della ripresa

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La European Banking Authority (Eba) ci ricorda in un recente documento l’importanza che hanno in Europa le 21 milioni di piccole medie imprese produttive che danno lavoro a ben 89 milioni di persone. Proprio a sostegno di queste imprese (dette Sme, cioè Small Medium Enterprise) la Commissione Europea ha introdotto, nel Gennaio 2014, il cosiddetto Sme Supporting Factor (di seguito Sme Sf).

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L’Italia non può aspettare che il problema delle sofferenze bancarie si risolva da sé

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L’ultimo bollettino dell’Abi ci ha tristemente avvertito che a settembre la massa delle sofferenze presenti nei bilanci delle banche italiane ha sfondato anche il muro dei 200 miliardi di euro (il 13% in più rispetto al 2014). Ora, è vero, come ricorda il Presidente dell’Abi Antonio Patuelli, che il flusso di operazioni che entrano nella spirale del credito deteriorato sta rallentando, tuttavia molti osservatori ritengono che ci vorranno almeno due anni prima di registrare una vera riduzione di questo insano fardello.

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Le nuove regole sugli sconfini minacciano le pmi

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In occasione dell’ultimo Global Financial Stability Report, il Fmi ha sottolineato la necessità di intervenire con urgenza sui crediti deteriorati dell’Italia (quasi 350 mld di cui circa 200 mld di sofferenze) che, zavorrando le banche, drena risorse destinabili alle imprese nazionali. Tuttavia, lo stesso Fmi ha anche evidenziato come questo fenomeno appaia in miglioramento grazie al più sereno scenario economico-finanziario globale.

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Le nuove norme di vigilanza, un altro shock per le piccole e medie imprese italiane?

Articolo MFPubblicato su: MF

A ben vedere, tralasciando per un attimo variabili macro quali la drammatica crisi greca, i fattori che appaiono in grado di frenare la trasmissione degli stimoli monetari della BCE dalle banche alle imprese appaiono essenzialmente due. Il primo è legato a quel fardello costituito da 350 miliardi di crediti deteriorati (192 miliardi di sofferenze), che non dà segni di cedimento e che costringe gli istituti a incrementare accantonamenti e patrimonio a scapito delle risorse destinabili al sostegno delle piccole e medie imprese.

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Opportunity bank e Quantitative easing, per le pmi italiane forse è l’ultimo treno

articoloMF_10apr2015Pubblicato su: MF

Non c’è dubbio che il dibattito sulla necessità o meno di approfondire il progetto di una Bad Bank in Italia sia ormai entrato in una fase calda e abbia diviso economisti, banchieri e rappresentanti istituzionali in fazioni l’una contro l’altra armate. Premesso che continueremo a parlare di Opportunity Bank (Ob) e non di Bad Bank per sottolineare che la finalità di questo soggetto è quella di offrire una nuova opportunità alle nostre piccole e medie imprese, non di salvare le nostre banche, partiremo proprio da ciò che sostengono i detrattori del progetto.

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Con la vigilanza della Bce il rapporto tra banca e impresa deve fare un salto di qualità

Con la vigilanza della Bce il rapporto tra banca e impresa deve fare un salto di qualitàPubblicato su: MF

Sicuramente gli accordi di Basilea, l’utilizzo da parte delle maggiori banche di sistemi avanzati di rating, nonché la vigilanza affidata alla Bce hanno fatto sì che il delicato rapporto banca – impresa subisse negli ultimi anni un’evoluzione quasi darwiniana. Il punto è che questo processo, contrariamente a quanto comunemente si ritiene, non si è affatto concluso. Il primo stadio di questa evoluzione è quello antecedente ai primi accordi di Basilea (prima degli anni ’90) caratterizzato da un rapporto banca – impresa imperniato sul cosiddetto credito di vicinanza.

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Più che una Bad occorre un’Opportunity Bank se si vogliono salvare le pmi italiane

Più che una Bad occorre un'Opportunity Bank se si vogliono salvare le pmi italianePubblicato su: MF

Non c’è dubbio che, nell’attuale scenario, uno dei circoli viziosi più pericolosi è quello instauratosi tra banche ed imprese (si veda “quei circoli viziosi che ci impediscono di uscire dalla crisi” su MF-Milano Finanza del 15/5/2014. I bilanci delle aziende, devastati dalla crisi, generano masse di crediti deteriorati che le banche sono chiamate a fronteggiare con accantonamenti e nuovo patrimonio.

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Perché rating e Basilea 3 hanno cambiato geneticamente il rapporto banca-impresa

Perché rating e Basilea 3 hanno cambiato geneticamente il rapporto banca-impresaPubblicato su: MF

Più o meno a partire da giugno del 2012 tutti i principali gruppi bancari italiani hanno adottato sistemi di rating avanzati per la gestione delle loro principali aree di operatività. Di conseguenza, a oggi, il rating non solo costituisce un punto di riferimento nell’ambito della sfera della concessione e del monitoraggio del credito, ma interviene anche su questioni di natura commerciale, quali il pricing, le commissioni da applicare e l’accessibilità a specifici prodotti.

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