Il punto sulla crisi – 10 / Lo shock primario

Pubblicato su: www.teleborsa.it

Anche se la “teoria degli shock progressivi” è stata formulata in relazione al funzionamento (o malfunzionamento) del meccanismo dell’Euro nel suo complesso (vedi il punto sulla crisi n. 9), a ben vedere, la stessa teoria può esser applicata per analogia anche all’attuale situazione italiana.

Più in particolare, è evidente come le arcinote disfunzioni strutturali abbiano portato anche il nostro sistema economico a muoversi lungo la descritta sequenza diabolica: 1) grave allarme e conseguente shock; 2) interventi “tampone”; 3) temporanea sistemazione della situazione; 4) raggiungimento di un nuovo punto di allarme e nuovo inizio della sequenza diabolica.

Probabilmente, come si diceva per l’Euro, dalla sequenza diabolica si esce solamente grazie ad uno shock talmente importante da scardinare tutti i dubbi e le incertezze e rendere possibili soluzioni – non più tampone, ma strutturali – altrimenti non ipotizzabili per motivi di ordine politico e sociale.

Ecco, probabilmente, oggi in Italia siamo proprio al punto di svolta imposto da uno shock “primario” come ampiamente testimoniato dalla generale sfiducia dei mercati sul nostro Paese, dal costo del nostro indebitamento volato oltre la soglia impensabile del 7%, dal differenziale insostenibile con i bund tedeschi.

E allora, paradossalmente, dobbiamo sfruttare proprio la virulenza di questo shock primario per far uscire il nostro Paese dalla “sequenza diabolica” e dal mirino dei mercati adottando subito poche misure chiare, importanti e ad effetto immediato tra cui: 1) taglio di tutti i costi della politica immediatamente “sfrondabili” con particolare riferimento ai vitalizi dei politici (senza questa misura è impossibile chiedere agli italiani 1 lira dei loro risparmi); 2) imposta patrimoniale importante, ma limitata ai grandi patrimoni: è fondamentale tarare la tassazione molto in alto perché altrimenti l’effetto recessivo della misura ne limiterebbe fortemente i vantaggi immediati 3) intervento immediato (e non nel 2026) sulle pensioni di anzianità; 4) avvio senza esitazioni della cessione degli immobili dello Stato.

In seconda battuta, tamponata l’emergenza, dovranno seguire le misure per lo sviluppo delle aziende e del Paese. Se riusciamo ad eliminare l’incertezza politica (che è la cosa che i mercati soffrono di più) e riusciamo ad adottare subito poche misure ad impatto immediato, la situazione non è affatto compromessa.

Non dobbiamo, infatti, mai perdere di vista che una cosa è trovarsi in una situazione di grave degrado economico e finanziario di stampo greco ed una cosa è trovarsi, come nel nostro caso, con fondamentali assolutamente accettabili e soprattutto del tutto simili a quelli che avevamo 6 mesi o un anno fa.

Nel caso Italia l’attuale crisi non è una crisi economico – finanziaria, ma una crisi di credibilità che ha minato la fiducia dei mercati e dei nostri partners ed ha innescato l’attacco speculativo sempre alla ricerca dell’anello debole della catena. Ma se da una situazione economica degenerata si esce in numerosi anni, da una crisi di credibilità si può uscire molto più rapidamente: solo bisogna muoversi subito!

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