Il punto sulla crisi – 50 / Il ripiegamento dei Panzer

Pubblicato su: www.teleborsa.it

Evidenziati i punti qualificanti emersi nell’ambito del Consiglio Europeo del 28 e 29 Giugno (vedi il Punto sulla Crisi n.49), è ora possibile fare qualche considerazione relativa all’impatto che le novità emerse potranno avere sull’impalcatura dell’Euro.

La prima considerazione è che alle 4:30 della notte del 28 Giugno l’asse dell’Europa si è spostato abbandonando la precedente impostazione franco-teutonica per assumere un nuovo assetto bipolare composto, da una parte, dallo schieramento del Nord (Germania e gregari) e, dall’altra, dallo schieramento “mediterraneo” (Italia e Spagna) appoggiato esternamente dalla Francia. Da questo punto in avanti, con ogni probabilità, il nuovo rapporto di forze peserà sulle future decisioni comunitarie determinando la fine dei diktat rigoristi o, quantomeno, l’inizio di una fase dove le decisioni scaturiranno dalla mediazione tra esigenze di natura fiscale ed esigenze di sostenibilità non solo economica, ma anche sociale.

La seconda considerazione concerne, invece, il rischio che la Merkel non abbia affatto rinunciato alle sue posizioni più oltranziste ma che, compreso l’indifendibilità delle stesse nell’ambito dell’attuale, drammatico, scenario, abbia semplicemente fatto arretrare i panzer facendoli rischierare su una linea più difendibile in attesa del contrattacco. Il che vorrebbe dire, fuor di metafora, che la Merkel potrebbe puntare a rendere di fatto inapplicabili sia lo scudo anti-spread sia l’intervento diretto dei fondi a sostegno dei sistemi bancari in difficoltà. In quest’ottica la strategia potrebbe prevedere, da una parte, il tentativo di far inceppare i meccanismi concordati rendendone lenta e complicata l’attivazione e, dall’altra, l’imposizione di condizioni e controlli di portata tale da svilire il senso stesso degli interventi approvati a Bruxelles. Il “fuoco di sbarramento” attivato in questi di giorni da Finlandia ed Olanda contro lo scudo anti-spread potrebbero esser interpretati, appunto, come segnali rivelatori di una imminente controffensiva teutonica.

La terza considerazione riguarda, invece, il ruolo attualmente esercitato da Mario Monti. Già a dicembre si ipotizzava che il Premier potesse entrare come gregario nella cabina di regia dell’Area Euro a fianco della Merkel e di Sarkozy. Nell’attuale scenario è invece possibile affermare che l’indiscusso prestigio di Monti, la sua posizione di equidistanza tra i diversi blocchi di Paesi, nonché lo sfaldamento dell’asse franco-tedesco, possano fare del professore il punto di riferimento naturale di quella che potremmo definire la “nuova Europa”.

Il tutto, ovviamente, finché riusciremo a mantenere sotto controllo i nostri conti pubblici. Da questo punto di vista l’affermazione, anche a livello personale, di Monti ha avuto un effetto provvidenziale sulla nostra situazione perchè ha dissuaso, almeno per il momento, alcuni schieramenti politici dall’accendere i barilotti di polvere nera destinati a far detonare il governo così da procedere rapidamente verso elezioni anticipate. A questi schieramenti andrebbe sempre ricordato che ci sono voluti circa 8 mesi per allontanarci di qualche passo dal baratro di Novembre, ma potrebbero bastare 24 ore di attacchi speculativi per imporci di chiedere aiuto ai partner europei.

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